“Analfabeti sonori” è il titolo di un bellissimo libro appena uscito di Carlo Boccadoro (Einaudi editore, 96 pagine) che disegna un quadro sul presente della musica in relazione all’avvento delle nuove tecnologie, ma soprattutto in rapporto al nuovo modo di offrire musica e fruirne.
La musica sarà ancor qui quando il denaro sarà finito.
Duke Ellington
L’autore, compositore e direttore d’orchestra, fondatore di “Sentieri selvaggi” (progetto culturale di musica contemporanea con il quale Preludio collabora fin dal 1998) nonché Direttore artistico della stagione dei concerti della Scuola Normale Superiore di Pisa, volge il suo sguardo in particolare nei confronti della musica contemporanea.
Una fotografia perfetta, anche se sconcertante (altro termine non potrebbe essere più adeguato), dei rapporti causa / effetto tra offerta e domanda.
Da un lato quando si commissionano opere di musica contemporanea spesso lo si pretende con compenso ai minimi o addirittura nullo, dall’altro non le si propongono all’interno delle Stagioni concertistiche. Il risultato è un pubblico “educato” a non metterci impegno, la cui soglia di attenzione e la capacità di concentrazione diminuiscono progressivamente di fronte alla logica dello streaming.
È molto triste osservare che, quanto scoperchiato con coraggio da Carlo Boccadoro, si riflette in realtà anche su altri comparti del mondo musicale, non solo su quello della musica classica.
Nell’ambito della Musica per la Pubblicità o l’immagine, ad esempio, possiamo osservare questi cambiamenti:
- Forte diminuzione delle commissioni di musica ad hoc
- Forte contrazione anche del mercato di Production Music
- Valutazioni basate solo sul “costo”
- Indifferenza pressoché totale nei confronti della “qualità” (o forse incapacità di riconoscerla?)
- Diffusione del concetto di “free”, la musica è poco importante e deve essere gratis o quasi
MANCANZA DI SENSO CRITICO
L’avvento di Internet ha portato con sé il rischio di incorrere nell’esplorazione superficiale di un catalogo così pericolosamente vasto, smarrendo totalmente un requisito fondamentale: il “senso critico“.
Ce ne accorgiamo quando alcuni clienti, tra i più giovani, si vantano di aver individuato la musica perfetta per il loro spot e ci fanno ascoltare un suonino che potrebbe forse essere stato campionato da un bambino schiacciando per sbaglio il tasto del synth di papà, concludendo orgogliosi con l’affermazione “…ed è costato solo 19$!”.
Così come Boccadoro fa riferimento nel suo libro a “certi intrattenitori (compositori) gonfiati dagli uffici stampa”, noi potremmo additare coloro che operano certe scelte nel tentativo non solo di spendere meno, ma anche di attivare un canale di comunicazione con il pubblico “fornendo solo un tranquillo, blando, sottofondo che non prevede minimamente l’utilizzo del cervello“. Boccadoro li definisce “dispensatori di borotalco sonoro“, quasi una sorta di oppiaceo.
Spesso la musica per l’immagine è efficace proprio quand’è un “blando sottofondo”, ma c’è sottofondo e sottofondo anche tra le library! Quanti spot pubblicitari ci tocca ascoltare di recente con uno di questi sottofondini insulsi scaricati a costo zero da piattaforme aventi sede nei paradisi fiscali del diritto d’autore? Soldi che vanno all’estero, mercato che si deprime, rispetto per i compositori e deontologia professionale che nel giro di pochi anni sono stati mandati gambe all’aria così come il rispetto per il proprio pubblico. Eppure i pubblicitari di una volta sapevano bene che “La Musica è un linguaggio” e che contribuisce anch’essa a veicolare il messaggio e ad ottenere redemption elevate quando associate a una creatività di pari qualità.
ATTENZIONE ALL’ATTENZIONE
Oltre a ciò è cambiato radicalmente il modo di consumare la musica: il modello dell’ accesso“, in luogo di quello di proprietà, ha creato ascolti frammentati, così che l’utente si ritrova a passare da un genere all’altro con grande velocità, la cui attenzione non è mai impegnata troppo a lungo.
Il rischio di questo consumo rapido e indifferenziato di musica, sostiene Boccadoro, è “quello di provocare in molte persone un vero e proprio “analfabetismo sonoro“.
LA MUSICA NON È GRATIS
Molto denso anche il capitolo relativo alla gratuità di certe prestazioni che, per un compositore, si riferiscono alla “commissione” vera e propria per scrivere un’opera e che noi, nel nostro ambito, riscontriamo a tutti i livelli: dalla partecipazione alle gare, dai budget sempre più scarsi per produrre musica ad hoc fino al fondo toccato dalle licenze di Production Music con l’avvento delle musiche cosiddette Royalty Free.
“Comporre è un lavoro laborioso, spesso realizzato in solitudine, e per dare vita a pochi minuti di musica ci possono volere anche parecchie settimane di lavoro quotidiano”, scrive Boccadoro. Noi spesso ci sentiamo rispondere: “Sono solo 30 secondi di musica, che ci vuole?”. Così come è laborioso e necessita di competenze produrre un 30 secondi per la pubblicità, altrettanto lungo e complicato è selezionare, taggare e gestire un catalogo di 50.000 brani di Production Music come quello di Preludio Music Library. Per approfondimenti rimando a un mio precedente articolo intitolato “Cosa c’è dietro ad ogni traccia musicale di Preludio Music Library.
PERCEPIRE IL VALORE
Il vero problema oggi, assieme alla poca attenzione, al poco rispetto per il pubblico e per i compositori, alla perdita del senso critico, è anche e soprattutto la diffusa incapacità di dare un “valore” alle cose.
Fa notare Boccadoro che un biglietto per il concerto milanese di Neil Young che lo ha visto sul palco da solo, in versione acustica, illuminato da un faretto rimasto uguale tutta la sera, costava 90€. Più che per un concerto sinfonico alla Scala. Certo, le Opere alla Scala sono costose, ma coinvolgono centinaia di persone tra musicisti, tecnici, cantanti, direttore, solisti, macchinisti e così via.
Nella mia attività come umile direttore di coro ho avuto il privilegio di dirigere grandi opere come il Requiem di Mozart o il Gloria di Vivaldi in occasioni finanziate in parte dal Comune di Milano e in parte dal coro stesso. Tutte le offerte libere che raccoglievamo erano destinate a beneficenza. Salvo rare occasioni, la media delle offerte si aggirava attorno alle 3€ a persona. Il pubblico aveva di fronte 30 professori d’orchestra, 4 solisti del Teatro alla Scala di Milano, 50 coristi che hanno studiato, fatto sacrifici e lavorato per diversi mesi e un povero direttore che da anni cerca di dare il massimo e di offrire il meglio dalle partiture dei grandi autori confidando nella percezione del valore di tutto ciò. Può valere 3€ quando uscendo dalla Chiesa ne spendiamo almeno cinque volte tanto per una pizza?
PRODURRE NUOVA MUSICA
Infine il libro di Boccadoro si sofferma sul tema più caro al compositore: la necessità di non arrendersi e di continuare a credere nella produzione di nuova musica. A chi spetta questo compito? Di sicuro agli organizzatori e ai direttori artistici delle stagioni lirico-sinfoniche e concertistiche. Ma anche agli interpreti che, evitando facili scorciatoie, dovrebbero trovare il tempo e le energie per documentarsi sulla musica del proprio presente “a meno che non vogliano accontentarsi del ruolo di elegante juke-box dispensatore di squisitezze sonore del tempo che fu”. Opere di compositori come Stravinskjj, Bartòk, Honegger, Prokof’ev, Sostakovic, R. Strauss, Berio, Boulez e altri, non avrebbero visto la luce se gli interpreti non avessero riposto la loro fiducia nei compositori e non fossero quindi stati disposti a rischiare l’insuccesso per questo.
Anche in questo caso noi di Preludio, prima ancora di avere letto il libro di Carlo Boccadoro, possiamo sostenere le medesime ragioni e sventolare con orgoglio la bandiera della nuova musica.
In ambito discografico sono un esempio gli ALTI & BASSI, che dopo 25 anni di carriera giungono al loro settimo album a cappella scegliendo con coraggio la strada delle canzoni originali. “Ce l’avevo quasi fatta” è in Italia il primo album a cappella interamente costituito da brani inediti che, ovviamente, è stato abbastanza ignorato nel nostro paese, mentre ha riscosso grande successo in Asia.
In ambito Production Music Preludio è impegnata costantemente nell’aggiornamento dei propri cataloghi, selezionando musiche di qualità da tutto il mondo e incentivando i propri compositori a produrre nuove collection per PRELUDIO MUSIC LIBRARY.
In ambito editoriale ogni giorno Preludio pubblica opere di giovani compositori di musica contemporanea, pur sapendo che le esecuzioni di queste opere, molto spesso, non garantiscono, come una volta, sufficienti proventi dai diritti d’autore ripartiti da SIAE . Alcune problematiche, infatti, relative alle “maggiorazioni concerti di musica seria”, hanno indotto SIAE a un drastico ridimensionamento di questi contributi alla musica contemporanea. Con il risultato che in Italia, come al solito, la furberia di pochi incide e si riflette sugli onesti. Un altro bellissimo esempio è la Corale Polifonica Città Studi, il coro da me diretto, che il prossimo anno festeggerà i 30 anni di vita con l’esecuzione della “Missa Brevis” di Paolo Coggiola, pubblicata da Preludio. L’intento è quello di riproporla più volte, per evitare una delle leggende legate alla musica contemporanea, cioè che è musica che viene eseguita due volte contemporaneamente: la prima e l’ultima.
È un altro esempio di scelta coraggiosa, ma siamo certi che il pubblico la apprezzerà se riuscirà a vincere la pigrizia o i pregiudizi nei confronti della musica classica di oggi.
CONCLUSIONI
E su quest’ultimo punto costruisce le sue conclusioni Carlo Boccadoro, quando termina nella speranza che, indipendentemente dai modi con cui viene proposta, la nuova musica possa “trovare una platea di persone non abbruttite intellettualmente da un consumo musicale inutilmente frenetico e biodegradabile”.
È ciò che auguriamo a tutti i nostri clienti, oltre a suggerire a tutti l’acquisto di “Analfabeti sonori” di Carlo Boccadoro.
© 2019 Preludio srl – Andrea Thomas Gambetti – tutti i diritti riservati
Per approfondimenti:
– Diritto d’autore: sì solo a chi si assume le proprie responsabilità
– Tutto ciò che dovete sapere sulle Royalty Free
– Perché non scegliere musica Royalty Free
– Le nuove frontiere della pirateria